Ieri sono stato a Perugia per l'Umbria Jazz. Una giornata fantastica a base di Jazz inficiata solamente dai Four Vegas e dalla scoperte di nuove vie della sofferenza grazie al navigatore di Google che mi ha portato nei recessi più sconosciuti della città umbra.
I concerti a cui ho assistito si sono svolti ai Giardini Carducci ed erano tutti free. Vediamoli nel dettaglio.
Un'ora di jazz/soul coinvolgente e divertente(i siparietti fra Allan Harris e il sassofonista si sprecavano anche durante i brani) il cui apogeo è stata una interminebile quanto magnificente versione di Fly Me to the Moon.
VOTO: tendente a +infinito
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I Four Vegas. Purtroppo non ho trovato una foto con le splendide camicie[senza fonte] che avevano ieri |
VOTO: dopo tre canzoni mi sono diretto alla prima panchina disponibile(ho passato tutte le esibizioni davanti al palco) dove è successa una cosa di cui parlo a fondo post.
Un'altra mezz'ora di pausa e sul palco arriva SARAH McKENZIE, ventitreenne australiana cantante pianista(no, non è rossa e non è Tori Amos) accompagnata da chitarra elettrica, batteria e contrabbasso. Una voce dolce ma potente ed incisiva oltre ad un'esecuzione pianistica da brividi che incarna una visione strettamente Jazz.
Da notare che più o meno a metà esibizione ha lasciato il palco(nel senso che è proprio andata dietro le quinte) ai suoi accompagnatori che si sono esibiti in un'improvvisazione che ha generato applausi ogni tre per due.
VOTO: bava alla bocca, e no, non è perchè la tipa è figa. Cioè, anche per quello.
L'ultima esibizione a cui ho assistito(in realtà tre al prezzo di uno) ha visto sul palco, dopo i soliti trenta minuti di attesa, i BERKLEE/UJ CLINICS AWARD GROUP inframezzati da tre tizie cantanti provenienti da parti a caso del mondo.
Nei primi venti minuti si sono esibiti BERKLEE/UJ CLINICS AWARD GROUP, un'ensemble proveniente dal college di Berklee(Boston) composti da una decina di elementi fra pianoforte, batteria, chitarra, basso acustico, tromba, trombone e quant'altro Bravissimi nell'esecuzione, la vera chicca è stata che i vari componenti si cambiavano di posto non solo fra un brano e l'altro ma addirittura all'interno di una stesso pezzo.
E' stata poi la volta delle tre tizie. La prima una biondina belga molto giovane(difficilmente aveva più di vent'anni) con un'estensione vocale e una capacità di variare tonalità del cantato nello spazio di poche sillabe. Sicuramente la migliore del lotto. Poi è stata la volta di una tipa mulatta che la presentatrice(tipo una capoccia del college) ha millantato come proveniente da Bari(sicuro che l'alcol scorreva già a fiumi). Al di là di queste questioni di provenienza, la ragazza aveva una particolare una capacita di infilare dei clamorosi acuti che hanno generato svariati orgasmi sia al pubblico maschile quanto a quello femminile. Chiude il terzetto tal Catarina, brava ma dopo le prime due è stata la performance meno coinvolgente.
Chiudono gli ultimi venti minuti ancora l'ensemble, questa volta con tre sax, un clarinetto, batteria, basso acustico e piano. Esibizione bella come la precedente ma la cosa divertente è stata che ad un certo punto si è alzato un vento tale che ha fatto volare via gli spartiti. Loro non si sono scomposti e hanno continuato un pò a sentimento, un pò a improvvisazione.
VOTO: bravi bravi bravi
NOTA: tra gli studenti del college di Berklee si ricorda un nome poco noto e irrilevante come Steve Vai. Per dire che a sto college non è che ci vanno i primi cazzoni con una borsa di studio qualunque.
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Questa non era presente a Perugia ma ci siamo capiti |
Teoria basata su dati empirici abbastanza arbitrari ma che le abitanti di Perugia non hanno voluto smentire. La voce della ragione direbbe che visto l'alto numero di stranieri presenti durante l'Umbria Jazz andrebbe rifatta un'osservazione in tempi più tranquilli ma alla fine chi si accontenta gode.
-Fondo post-
Deluso e anche un pò schifato dai Four Vegas cerco la prima panchina libera.
Ad un certo punto a qualche metro di distanza noto una ragazza seduta su una panchina, rivolta di spalle rispetto al mio punto di osservazione, con il suo ragazzo disteso con la testa sulle gambe della tipa. La osservo e lei mi nota ma non distoglie lo sguardo. Da qui inizia uno scambio di sguardi(che non oso dire complici perchè io tendo ad avere due espressioni facciali, al massimo tre) durato svariati minuti. Dopo un pò la ragazza si alza per andare verso dei bagni chimici e sia nel tragitto di andata che in quello di ritorno continua il gioco di sguardi. Non finisce qui. Dopo qualche altro minuto lei e il suo tipo decido di andarsene e passano davanti a dove ero seduto. Proprio mentre mi è davanti si gira per un ultimo sguardo.
Morale della favola: se i Four Vegas non mi avessero fatto fuggire non avrei vissuto quest'esperienza particolare. Particolarmente piacevole per il mio ego. Olè.
ti intimo a linkare una foto di quelle camicie o similari
RispondiEliminaEh, come se non le avessi cercate.
EliminaComunque controllo quotidianamente il tubo in attesa che qualcuno posti il video del concerto del 12 luglio.