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mercoledì 18 dicembre 2013
UN PO' DI DISCHI USCITI NEL 2013
Mini recensioni(ma proprio mini, eh) dei dischi che ho ascoltato in questo 2013 che volge al compimento(minchia come sono forbito).
NOTA: Smerdamenti gratuiti inside!!!
65DAYSOFSTATIC - WILD LIGHT
I 65DOS continuano il discorso intrapreso in We Are Exploding Away di mix tra post-rock ed elettronica. La differenza sta che nel precedente disco l'elettronica era un elemento che impreziosiva quanto di buono sentito nei lavori precedenti, mentre in Wild Light è il post-rock a ordire una trama che vede assoluta protagonista l'eletronica. In realtà non è neppure una grossa novità per chi si è sciroppato i vari ep del gruppo.
Sperando che continuino su questa strada che pare una possibile via per evitare che il post-rock imploda in sè stesso(chiedere all'ultimo disco dei Godspeed You! Black Emperor per maggiori delucidazioni).
BACHI DA PIETRA - QUINTALE
Da Asti arriva questo gruppo che dopo quattro dischi di "rock blues italiano con una forte attitudine noir"(almeno secondo Wiki) firma per La Tempesta Dischi e realizza un cd dal "suono più duro e possente dei lavori precedenti"(sempre secondo Wiki).
Di sicuro è un disco duro, diretto, dirompente e vogliamo dire anche un pò hardcore? Diciamolo, anzi lo dico. Le sensazioni che ne ho ricavato dai primi ascolti sono più o meno le stesse del primo disco de Il Teatro degli Orrori però con meno R mosce.
BODY/HEAD - COMING APARTS
Finito(o temporaneamente sospeso) il capitolo Sonic Youth, Kim Gordon fonda un nuovo gruppo con Bill Nace e dà alle stampe questo primo lavoro. Avanguardia abbastanza spinta ma non totalmente indigeribile. Notevole la voce della Gordon che mi sembra migliore rispetto alle ultime performance con la gioventù sonica.
Un buon disco. Sicuramente un disco che richiede impegno nell'ascolto ma che può garantire soddisfazioni ai fan del genere.
CHELSEA LIGHT MOVING - CHELSEA LIGHT MOVING
Altro ex dei Sonic Youth. Thruston Moore sforna un disco che si discosta dal proprio recente passato come solista e si aggira su territori più noti ai fan dei sonici. Potrebbe non sembrare granchè detto così, ma l'inserimento di chitarre grezze e parecchio ignoranti e una sorta di influenza metal fanno di questo di disco un lavoro interessante. Se il buongiorno si vede dal mattino, questo potrebbe essere l'inizio di un progetto intrigante. Ma anche no. Stiamo pur sempre parlando di uno che a 55 anni ha deciso di vivere per le starde di Londra andando a dormire dove gli capita. Cosa farà in futuro probabilmente nemmeno lui lo sa.
LEE RANALDO AND THE DUST - LAST NIGHT ON EARTH
Secondo disco per Lee Ranaldo, dopo l'ottimo Between the Times and the Tides, da quando i Sonic Youth sono sciolti/sospesi. Folk, Noise, Psichedelia. Forse queste tre parole potrebbero bastare per descrivere questo Last Night on Earth ma è solo ascoltando attentante tutti gli arrangiamenti e i particolari che inizialmente sembrano essere messi lì un pò così tanto per fare scena che si apprezza appieno questo album in un sapiente mix di sonorità soniche e remiane(cioè dei REM). Quasi miglior disco del 2013.
DAFT PUNK - RANDOM ACCESS MEMORY
Partendo dal presupposto che Get Lucky nasce geneticamente modificata per essere un successo già alla fine del primo ascolto, uno si aspetterebbe che anche il resto del disco sia, non dico allo stesso livello ma almeno lì vicino considerati anche i trascorsi del gruppo(gli ottimi trascorsi). Invece ci si ritrova con un disco che definire brutto è esagerato(ben altre son le robe brutte. Chi ha detto Muse?) ma non riesco a nascondere una certa insofferenza per un tipo di suono che risulta piatto e poco ispirato. Boh, sarò io che mi sono fossilizzato sul loro passato ma sto disco non mi ha convinto.
DEPECHE MODE - DELTA MACHINE
Fondamentalmente vale lo stesso discorso fatto per i Daft Punk con l'aggravante/attenuante che loro sono in giro da molto più tempo. Il precedente Sound of the Universe mi era piaciuto parecchio ma questo proprio non mi va giù fermo restando che un paio di canzoni godibili le regala così come anche RAM dei Daft Punk. Siamo comunque a livello di Exciter ma con meno singoli fighi.
ELIO E LE STORIE TESE - L'ALBUM BIANGO
Gli Elii si amano. O si odiano. O Entrambe le cose. Resta il fatto che sono bravi. Anche nei pezzi che magari non piacciono o piacciono meno. Mandata subito in cavalleria La canzone Mononota(non perchè sia brutta ma dopo un pò di ascolti risulta la canzone meno interessante del disco) ci si può lanciare nella cavalcata de L'Album Biango(ma chi hanno citato stavolta?). Fra storie già sentite(Luigi il Pugilista) dichiarazioni d'amore(Come gli Area) e divertenti invettive(Lampo, Il tutor di Nerone) si arriva "A Piazza Sangiovanni" per il "Complesso del Primo Maggio". Cioè, loro ci sono arrivati veramente e ne hanno voluto scrivere. Polemiche telefonate ma questo è proprio il bello degli Elli: anche quando criticano lo fanno in modo goliardico ma irriverente. Ah già, dimenticavo: sono più bravi a suonare di una volta ma sono meno divertenti. Si, sto cazzo!
FLAMING LIPS - THE TERROR
E' un viaggio. Un viaggio di andata e fortunatamente anche di ritorno nel Terrore. Quello vero, di un amore che finisce o di qualsiasi altra forma gli vogliate dare.
Potrei dire che in questo disco c'è dell'elettronica, della psichedelica e molto altro ma servirebbe a poco. L'unica cosa da fare è perdersi nel Terrore e alla fine verrete tratti al sicuro da una salvifica All You Need is Love(versione questa che monda l'originale di tutti i peccati di Stranamore. Il programma non il film).
L'ho già detto Disco dell'anno? No? Allora, questo per me è il miglior disco dell'anno.
Se proprio volete una recensione "meno aria fritta e più arrosto" andate QUI.
FRANZ FERDINAND - RIGHT THOUGHTS, RIGHT WORDS, RIGHT ACTIONS
I Franz Ferdinand si possono riassumere così: primo disco bello, fresco e divertente, secondo che per lo più copia dal primo ma lo fa dannatamente bene, il terzo in cui i FF cercano di ampliare il proprio repertorio, riuscendoci per alcuni(tipo il sottoscritto), fallendo clamorosamente per altri.
Questo quarto disco rappresenta dal mio punto vista il tonfo. Ma è così brutto? No, però. Prende spunto dal primo disco(già fatto, già visto) e lo fa male con una produzione che tende a ovattare tutti i suoni e rende il tutto molto molto noioso. Ma sono io che "non ci capisco delle musica" viste le belle recensioni che i Franco Ferdinando si sono beccati in giro per la rete.
MANIC STREET PREACHERS - REWIND THE FILM
Io ai MSP ci voglio bene. Per cui mi risulta sempre difficile parlare male di loro e dei loro dischi. C'è da dire che negli ultimi due/tre dischi avevano trovato la loro "zona di sicurezza" per cui sono il primo a lodare chi tenta di reinventarsi. Rinnovamento che passa da un suono più virato al folk. Nel complesso sono abbastanza perplesso nonostante qualche buon colpo come (I Miss the) Tokyo Skyline e 3 Ways to See Despair che comunque contengono richiami al passato più o meno recente. Notevole Monorbier, uno strumentale un pò fuori dai loro canoni. Con queste premesse attendo il prossimo disco già previsto per maggio e intitolato Futurology.
MARK LANEGAN & DUKE GARWOOD - BLACK PUDDING
La voce di Mark Lanegan, la chitarra di Duke Garwood e pochissimo altro. Un disco più in silenzio rispetto al solito Lanegan(sicuramente più in linea con Imitations). L'unica nota un pò così è rappresentata da Mescalito che pare una profuga di Blues Funeral. Quello che non capisco è come in generale questo disco sia così poco considerato a dispetto di dischi molto al di sotto di questo. Qui ci troviamo di fronte a svariate linee di perfezione anche se non è un disco perfetto. Non è il migliore di Lanegan ma uno dei, si. Lee Ranaldo e i Flaming Lips stanno su un altro pianeta quest'anno ma Black Pudding è senz'altro uno dei migliori album che ascoltato nel 2013.
MARK LANEGAN - IMITATIONS
Mark Lanegan deve essere uno di quelli, al pari di Dave Ghrol, Thruston Moore, i Flaming Lips o i Brian Jonestown Massacre per fare qualche esempio, che se non mette mano ad un progetto musicale, suo o non suo, non sta bene. Quarto disco nel giro di due anni. Disco di cover che, niente, voce bellissima come sempre del Lanegan ma per il resto sono rimasto poco entusiasta. Molto meglio il disco con Duke Garwood.
MARLENE KUNTZ - NELLA TUA LUCE
Il disco che mi ha fatto innamorare nuovamente della Marlene dopo circa tre anni di rapporto conflittuale.
Ma se proprio volete una recensione che abbia senso andate QUI.
MOBY - INNOCENTS
Il nuovo Moby non è per nulla nuovo ma questo non significa che sia un brutto Moby. Richard Melville Hall come nel precedente Destroyed del 2011, comunque meno ispirato di questo, gioca su territori a lui congeniali ma a fronte di alcuni spunti notevoli(The Perfect Life con Wayne Coyne dei Flaming Lips, Saints e la finale The Dogs) ci sono anche degli scivoloni di cui il più clamoroso è The Lonely Night a cui non basta la voce di Mark Lanegan per dare spessore ad una canzone priva di qualsiasi sapore. Molto meglio l'ep Everything is Gone, facente parte della versione deluxe di Innocents, che pur muovendosi in campi ancora più pratici per Moby regala una mezz'ora scarsa di puro godevole relax.
MOGWAI - LES REVENANTS
E' la colonna sonora di un telefilm.
E' la colonna sonora di un telefilm francese.
E' la colonna sonora di un telefilm francese a tema zombie(eccheppalle!).
Tre buoni motivi per fare ciao ciao con la manina.
E' una colonna sonora di un telefilm francese a tema zombie(eccheppalle!) fatta dai Mogwai: questo vale il biglietto.
Questo non significa però che sia un discone: meno viscerale di Zidane-A 21st Century Portrait, meno angosciante di The Fountain ma comunque su livelli apprezzabili. Forse più per fan(dei Mogwai o del telefilm) ma comunque una buona occasione non sprecata.
MY BLOODY VALENTINE - M B V
Se sei i My Bloody Valentine(che ricordiamolo a cavallo tra gli 80's e i 90's hanno di fatto inventato un genere: lo shoegaze) non ti puoi presentare dopo 22 anni con un disco(per inciso, nemmeno se sei i Beatles o i Led Zeppelin ti puoi presentare a ventidue anni di distanza con un disco. Va bene che c'è chi ha fatto di peggio tipo gli Who).
Se sei i My Bloody Valentine non ti puoi presentare dopo 22 anni con un disco così. Così come? Così inutile, molle e floscio che al confronto sia Carnavas che Swoon dei Silversun Pickups ti fanno il culo.
Comunque non è tutto da buttare. Qualche canzone vale anche se l'impressione che ho avuto e che certi passaggi siano delle forzature atte a copiare lo stile di vent'anni fa piuttosto che voler cercare una propria dimensione attuale. Vabbè che se devono fare come i Soundgarden. Ecco. Sicuramente meglio di King Animals ma anni luce distanti da Loveless. Molto più di 22 anni.
NINE INCH NAILS - HESITATION MARKS
La ventottesima aureola dei Nine Inch Nails(Halo Chronology) è un disco onesto che si lascia ascoltare nella sua interezza. A differenza delle ultime uscite(With Teeth, Year Zero, The Slip) si nota un'attitudine meno pop(per quanto possa valere questa parola associata ai NIN) e una produzione più accurata. Forse l'unica nota stonata è reppresentata da Everything(terzo singolo estratto) che pare avere la pretesa di volere essere una The Perfect Drug 2013 mix. Sono certo che questo disco entrerà nelle discussioni di chi sta a stabilere quanto "Trent Reznor non suoni più come una volta" o su quale sia il suo peggior disco dal 2005 ad oggi.
PEARL JAM - LIGHTNING BOLT
Come il precedente Backspacer anche questo nuovo lavoro si barcamena fra ballad(qui piuttosto brutte come l'orrida Sirens), canzoni che sono la progenie di Even Flow/Animal ma molto meno incisive(Mind Your Manners è la meno peggio) e canzoni che suonano come suonano le canzoni dei Pearl Jam da almeno una decina di anni. Poi c'è Pendulum che sembra un film westerm di quelli belli e allora sono di nuovo a pensare: ok, diamogli un'altra possibilità.
Peggiore del precedente, meglio di Pearl Jam(2006, altresì noto come Avocado) ma a confronto con i dischi da Vs. a Riot Act perde ogni volta. Ten è fuori continuty.
QUEENS OF THE STONE AGE - ...LIKE CLOCKWORK
Più che un disco dei QOTSA è un disco di Josh Homme. Ci sono i suoi "amicici" da Trent Reznor a Mark Lanegan passando per Dave Ghrol, Nick Olivieri, Alex Turner degli Artic Monkeys e sorpresa delle sorprese Elton John. Più dignitoso del non troppo ispirato Era Vulgaris ma sicuramente una delusione per chi ancora aspetta Song for the Deaf 2. Dello stoner rimangono gli echi sparsi lungo le dieci tracce di un lavoro che potrebbe essere la base per una carriera solista di Josh Homme. Lanegan oltre a prestare la voce in If I Had a Tail ci mette la penna in Fairweather Friends e si sente. Il padrone di casa colpisce comunque con l'autoreplicante I Appear Missing e con i due "lenti" The Vampyre of Time and Memory e ...Like Clockwork. Al netto di tutte le seghe mentali che può farsi un fan del gruppo ci si ritrova davanti ad un buon disco che è valso la pena aspettare sei anni.
SIGUR ROS - KVEIKUR
Dopo Með suð í eyrum við spilum endalaust e Valtari ho avuto la netta impressione che i Sigur Ros avessero trovato la loro "zona di sicurezza". Ben inteso, sono due bei dischi ma c'era qualcosa che mi lasciava perplesso. In Kveikur gli islandesi premono il pedale dell'acceleratore e lo tengono spinto per quasi tutto il disco con un senso dell'urgenza che nei lavori prima non si era visto. Svolta pop? Beh, se tutto il pop fosse cosi. Al solito i Sigur Ros fanno genere a sè stante per cui stabilire se sono invecchiati, rincoglioniti o se si sono venduti al soldo è pura speculazione. Sicuramente un disco meno ostico del precedente e più dirompente di qualsiasi cosa abbiano prodotto in precedenza.
SOUNDGARDEN - KING ANIMALS DEMOS
Ne ho già parlato in breve QUI e ribadisco il concetto. Questi demo, più sporchi e meno rifiniti per essere patinati, sono più piacevoli. Non tanto da riabilitare King Animals che comunque rimane un disco in bilico fra l'inutile e la cacca. Probabile che mi stia costruendo delle false speranze sull'eventuale prossimo disco dei Soundgarden.
STEVEN WILSON - THE RAVEN THAT REFUSED TO SING
Messi in naftalina i Porcupine Tree da almeno quattro anni Wilson ritorna col suo terzo lavoro solista, un disco di prog-rock fatto e finito. E' difficile giudicare il Wilson solista perchè se si cerca l'innovazione non si deve venire qui, nonostante ciò il disco suona dannatamente bene e ogni ascolto è come prendersi una lunga pausa dal mondo. Non ci sono clamorosi picchi ma nemmeno vistosi cali e tutto suona così perfetto senza mai scadere nel suonarsi addosso(tecnica di cui, per dire, sono maestri i Dream Theater). Consigliato ai fan del genere, di Steven Wilson e a chi ha tempo(e voglia) di ascoltarsi 54 minuti di prog-rock tutti d'un fiato.
All'appello mancano un paio di dischi usciti quest'anno tipo i Julie's Haircut(contavo di recuperare il disco ad un loro concerto che mi sono perso) e Ligabue, ma per quest'ultimo dopo aver sentito Il sale della terra e aver sboccato per quasi tutti i treminutiecinquantaseisecondi della canzone ho pensato: magari più avanti...molto più avanti(e lo dice uno che fino a Fuori come va? difendeva il Liga a spada tratta).
E voi cosa ne dite? Quali dischi vi sono piaciuti tra quelli usciti quest'anno? Quali vi hanno mandato in bagno? Vale tutto. Anche le ristampe, i cofanetti, i singoli, le canzoni aggratis e quelle amatoriali.
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