Questa è una roba che ho scritto nel 2000 e racconta della più devastante e violenta sbornia post-sbronia a memoria personale. Tra l'altro l'ho scritta almeno due settimane dopo lo svolgimento dei fatti, cioè quando le memorie sono riaffiorate.
Il titolo è IL BEVITORE DELLE RIVE FANGOSE(è un riferimento al posto ma ci sarebbe pure una doppia citazione che non ho voglia di spiegare) ed è scritto come un flusso di coscienza. Tradotto significa che fondamentalmente non si capisce una mazza.
Parte I: TUTTO IN UNA NOTTE
Parte II: NEL VUOTO
E poi il mattino come non so ma giunge quando credo che tutto sarebbe finito lì giunge il mattino come sempre avvolto in un bozzolo verde cerco di liberarmi ma chi mi ci ha ficcato io in piedi ci provo difficile ma non impossibile questo è bene sento vociare di parole vado verso il mare per pisciare in mare ma non ci arrivo bassa marea riva fangosa dolore questo è male quando ci arrivo ci provo ma niente ritorno sconfitto pesante via si va si va via si parte la strada sembra più lunga dell’andata ma più giorno più luce qualcosa esce vomito ancora il ritorno è facile grazie a orio deve aver detto qualcosa su un caffè un altro viaggio di ritorno una doccia letto tre ore l’abisso si spalanca di fronte a me vuoto dolore nausea fame e sete ma paura di vomitare anche l’anima provo a pettinarmi lo stomaco serve forse non lo so sbocco libero leggero calmo passato no solo una tregua poi ricomincia disteso sul letto sensazione di precipitare e non sapere come fermarsi quante ore sono passate tre quattro cinque sono le diciannove notizie dal cielo dal giorno dopo poi ancora nausea finto vomito e verso le ventidue tutto finisce voglia di uscire scappare sonno pace l’abisso è chiuso ora.
Parte III: POI
E La luce della notte si fa più viva almeno più di me il peggio è passato tutto è passato o quasi la notte si fa nuovo inizio e so che nulla sarà come prima o meglio sarà come prima ma con un black-out uno stop fra un fiato e un altro la notte è qui e io penso qui la notte mi accoglie e io penso qui mi accomodo in lei e mi addormento e poi che cosa sento e poi che cosa vedo solo lontani echi della memoria che si perdono in flash di ricordi sconnessi e scordati è mattino il radioso meraviglioso giorno che si accinge a ricominciare con me ritornato niente più niente sintomi mali dolori niente e poi che cosa sento e poi che cosa vedo solo lontani echi della memoria che si perdono in flash di ricordi sconnessi e scordati e tutto ricomincia o finisce così come il vento che spazza il deserto come la pioggia che spazza il sole come io che spazzo via il dolore ma non la memoria.
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