Pagine

Se non trovi quello che cerchi

sabato 6 luglio 2013

COLMARE IL VUOTO DI POTERE


Questa è una roba che ho scritto nel 2000 e racconta della più devastante e violenta sbornia post-sbronia a memoria personale. Tra l'altro l'ho scritta almeno due settimane dopo lo svolgimento dei fatti, cioè quando le memorie sono riaffiorate.

Il titolo è IL BEVITORE DELLE RIVE FANGOSE(è un riferimento al posto ma ci sarebbe pure una doppia citazione che non ho voglia di spiegare) ed è scritto come un flusso di coscienza. Tradotto significa che fondamentalmente non si capisce una mazza.

Parte I: TUTTO IN UNA NOTTE 
E tutto comincia così con una telefonata con la noia di non sapere cosa si farà la sera poi arriva l’idea da fuori da altri una spiaggia fuoco fiamme legno amici in realtà emeriti sconosciuti e alcool la notte comincia presto tra un attesa e il viaggio verso la meta io orio e due che chi sa chi sono ma va bene tutto arrivati a destinazione il viaggio non è ancora terminato inizia la marcia di avvicinamento la strada ora è leggermente oscura e vagano nella mente ricordi di ciò che nuota nell’aria una parentesi ci ho già provato ad affogare per non ricordare ma è stato un vano e peggio l’aria intorno è fumo più che nebbia falò sabbia gente ci siamo chiusi in bunker in riva al mare si comincia ad aprire il fuoco sul legno per cominciare il tempo passa il fuoco si spande la danza sta per partire si parte ed è un bel partire fra piombi e patate assortite rischio già uno sbocco e sono ancora lucido per poco comincia il ritmo tribale assordante latrante poi i liquidi scorrono ma ad un certo punto il buio quello vero quello che non sai che ti risveglierai quello fatto di lampi di coscienza primo lampo mano infilata in bocca ingurgitando qualcosa di giallo secondo lampo accovacciato liquidi e solidi che escono dalla bocca vomito terzo lampo sferzato dal vento poi dal dolore a terra atterrito sabbia gelo poi più nulla. 

Parte II: NEL VUOTO
E poi il mattino come non so ma giunge quando credo che tutto sarebbe finito lì giunge il mattino come sempre avvolto in un bozzolo verde cerco di liberarmi ma chi mi ci ha ficcato io in piedi ci provo difficile ma non impossibile questo è bene sento vociare di parole vado verso il mare per pisciare in mare ma non ci arrivo bassa marea riva fangosa dolore questo è male quando ci arrivo ci provo ma niente ritorno sconfitto pesante via si va si va via si parte la strada sembra più lunga dell’andata ma più giorno più luce qualcosa esce vomito ancora il ritorno è facile grazie a orio deve aver detto qualcosa su un caffè un altro viaggio di ritorno una doccia letto tre ore l’abisso si spalanca di fronte a me vuoto dolore nausea fame e sete ma paura di vomitare anche l’anima  provo a pettinarmi lo stomaco serve forse non lo so sbocco libero leggero calmo passato no solo una tregua poi ricomincia disteso sul letto sensazione di precipitare e non sapere come fermarsi quante ore sono passate tre quattro cinque sono le diciannove notizie dal cielo dal giorno dopo poi ancora nausea finto vomito e verso le ventidue tutto finisce voglia di uscire scappare sonno pace l’abisso è chiuso ora.

Parte III: POI

E La luce della notte si fa più viva almeno più di me il peggio è passato tutto è passato o quasi la notte si fa nuovo inizio e so che nulla sarà come prima o meglio sarà come prima ma con un black-out uno stop fra un fiato e un altro la notte è qui e io penso qui  la notte mi accoglie e io penso qui mi accomodo in lei e mi addormento  e poi che cosa sento e poi che cosa vedo solo lontani echi della memoria che si perdono in flash di ricordi sconnessi e scordati  è mattino il radioso meraviglioso giorno che si accinge a ricominciare con me ritornato niente più niente sintomi mali dolori niente e poi che cosa sento e poi che cosa vedo solo lontani echi della memoria che si perdono in flash di ricordi sconnessi e scordati  e tutto ricomincia o finisce così come il vento che spazza il deserto come la pioggia che spazza il sole come io che spazzo via il dolore ma non la memoria.

Nessun commento:

Posta un commento