Seconda parte del viaggio nel mio palazzo della memoria. Piano: Nostalgia. Interno: Videogiochi da bar.
CIRCUS CHARLIE(1984, Konami)
FLICKY(1984, Sega)
Se questo non è il miglior videogioco arcade prodotto da Sega poco ci manca. Un uccello che non vola ma riesce a spiccare lunghi balzi deve recuperare dei pulcini e portarli in salvo da alcuni gatti che se li vogliono mangiare. Ritmo frenetico, piattaforme che il più delle volte sono fra le scatole e bestemmia libera. Nel bar dove giravo in quegli anni nacque una vera e propria sfida a chi riusciva a completare il primo livello nel minor tempo e si parla di tempi che stavano ampiamente sotto i dieci secondi.
HYPER OLYMPIC(1984, Konami)
Se il precedente Track & Field proponeva solo discipline di atletica leggera qui il discorsi si amplia: nuoto, volteggio, tiro al piattello, tiro con l'arco, sollevamento pesi, salto triplo e il mortale salto con l'asta. Per il resto stesso gameplay spacca-joystick e frantuma mani. Per ovviare al problema delle leve(come le si chiamava allora) devastate uscirono versioni del gioco con tre tasti: due per correre(che simulano il movimento del joystick) e uno centrale per interagire.
Nella mia testa questo è l'unico vero videogioco delle olimpiadi mai esistito.
KATARE CHAMP(1984, Data East)
Negli anni 80 imperversavano Bruce Lee, Daniel-San e quel truzzo di VanDamme iniziava a tirare i primi calci nei film, per cui era normale che un gioco con due karateka che si affrontavano avrebbe riscosso un successo enorme. Però immaginatevi dei bambini/ragazzini di un piccolo paese della Romagna che vedono questo cabinato dove al posto del classico schema joystick e bottoni si ritrovano due leve per giocatore le quali permettevano di far fare un numero esagerato di colpi al proprio combattente. La rivoluzione non spaventò gli avventori che si avventarono su questo nuovo strano mondo(no Roddenberry, non ti pago i diritti per questa frase). Ah, ogni due incontri vinti(anche se combattevano sempre un karateka bianco e uno rosso) si doveva tentare di abbattere un toro. In Spagna questo videogioco andò fortissimo. Ci fosse stato un cavallo sarebbe stata la manna dei senesi.
KUNG FU MASTER(1984, Irem)
Altro gioco con un tizio che fa arti marziali, altra folla urlante(noi di quel solito bar). Lo schema era però differente da Karate Champ, questo era più action, più tira pugni e calci come se non ci fosse un domani. Alla fine di ogni piano del dojo che si doveva scalare per salvare la solita fidanzata rapita ci attendeva un boss che invece andava affrontato con una certa tattica, pena essere seccati in un paio di colpi. Uno dei boss spara anche una specie di hadouken(la bolla di Ryu e Ken in Street Fighter) tre anni prima della sua comparsa ufficiale. Ma potrei ricordare male.
MARBLE MADNESS(1984, Atari)
Chi ha giocato a questo gioco è consapevole di aver bestemmiato qualsiasi cosa. Voi siete una palla e dovete percorrere una zona piena di ostacoli naturali(?) e nemici surreali al fine di arrivare ad un traguardo, il tutto entro un tempo limite. I comandi erano rappresentati da una sfera che andava fatta scorrere in una sorta di transfert dei movimenti(detto così non si capisce ma è molto intuitivo come sistema). Questo è forse l'unico gioco in cui non mai visto nessuno dare dei consigli a chi giocava.
PAC-LAND(1984, Namco)
L'uomo Pac decide di disintossicarsi per cui basta labirinti piene di pillole che gli fanno venire allucinazioni persecutorie(i fantasmi) e per questo decide di trasferirsi nella terra dei Pac e mettere su famiglia(pac-moglie, pac-figlia neonata, cane e gatto). Un giorno, però, mentre va a fare un giro in città(Pac-City?) le allucinazioni tornano. Il nostro Pac decide di scappare e fra vari scenari come deserti, montagne, boschi e case in costruzione ricomincia a prendere altre pillole(stavolta molto più grandi e molto più potenti). Ah, il nostro nei suoi viaggi incontra anche una fatina di fattezze umane. Ma dov'era il fottuto Moige nel 1984?
VS. EXCITEBIKE(1984, Nintendo)
Nello stesso anno di Super Mario esce questo divertente gioco di motocross. Le gare sono divise in due parti: la prima di qualificazione, la seconda la gara vera e propria. Una particolarità è che non bastava premere il tasto dell'acceleratore e basta ma si doveva anche bilanciare la moto durante i salti. Mi piaceva particolarmente la terza corsa perchè la pista era verde. Che strano, eh?
GHOST 'N' GOBLINS(1985, Capcom)
A memoria personale questo è uno dei primi giochi a tema horror. Un platform in cui l'eroe, un cavaliere impavido parte da un cimitero(e se questo è l'inizio pensate cosa viene dopo) per sconfiggere il Male e salvare la solita fidanzata/principessa/sticazzi. Un buon numero di armi, alcune spaccaculi tipo il pugnale, altre un pò sfigate tipo la fiaccola, mostri a non finire, maghi che ti trasformano in rana, diavoli, piante carnivore e tutto un immaginario di bestie che neanche nel sogno più malato di Tobe Hopper si possono trovare.
Il gioco di per sè è abbastanza difficile e tanto per gradire bisogna finirlo due volte(e il secondo giro è più difficile del primo).
GREEN BERET(1985, Konami)
Dopo il gioco di Lupin e quello di James Bond(vedi post precedente QUI) ecco arrivare quello di Rambo. Un generic marine deve affrontare orde di nemici per salvare i suoi compagni d'arme. Il gioco era di una semplicità disarmante e di un'altrettanta difficoltà considerando che si aveva un misero coltellino per far fuori i cattivi, ma quando si riusciva a prendere il lanciafiamme caricato a tre colpi il sangue(che ovviamente non c'era) scorreva copioso.
PITFALL II(1985, Sega)
Tanto per rimanere in tema di "il gioco di" questo è senz'altro un Indiana Jones. D'altronde narra la vicende di un cacciatore di tesori che deve affrontare ogni sorta di pericolo(tranne i nazisti) per recuperare mitici artefatti. Seguito diretto del titolo per Atari 2600, non solo ne migliora la grafica ma aggiunge ben 27 livelli d'esplorazione per un'esperienza di gioco totale. Difficoltà elevata ma non impossibile già nei primi minuti di gioco. Questo durò poco in quel solito bar per cui nessuno fece in tempo a sviscerarlo per bene. Negli anni a venire lo rigiocherò un pò di qua e un pò di là ma è solo con l'avvento del MAME che ne comprenderò la piena magnificenza.
TEHKAN WORLD CUP(1985, Tehkan)
Un gioco di calcio con visuale a volo d'uccello ambientato durante un mondiale a caso vede sfidarsi varie nazioni(irrilevanti visto che sono tutte allo stesso livello) per la vittoria finale. C'è pure una specie di trucco per fare gol che funge anche in finale. Adesso tutti a fare i fenomeni sul MAME ma ai tempi i comandi erano come quelli di Marble Madness, cioè bisognava far scorrere una sfera per dare il movimento ai giocatori. Esiste(o esisteva) oltre al classico cabinato anche una versione tipo tavolo in cui due giocatori potevano mettersi uno di fronte all'altro. Provato ed è da delirio.
YIE AR KUNG FU(1985, Konami)
Due anni prima di Street Fighter arriva questo gioco in cui si devono affrontare vari lottatori. Stavolta non c'è nessuna "girl in danger" da salvare ma solo la gloria da conquistare menando duro gli avversari. La meccanica del gioco è parecchio diversa da SF ma assicura divertimento, frenesia e tanta tanta frustrazione.
In quel solito bar non si era molto propensi ai doppi(per quello si dovrà attendere SF2) ma alla solita sfida di chi arriva più lontano o chi fa più punti(sfida che vedrà il parossismo in Wonder Boy).
ARKANOID(1986, Taito)
Un vg talmente famoso che non credo ci sia nemmeno bisogno di spiegarne la meccanica. Un appunto sui comandi che si potevano trovare in due versioni: la classica leva oppure una rotella che effettivamente aveva un feedback più preciso. Il gioco in questione ha generato due seguiti(il secondo puzza parecchio) e conserva tuttora la maggior difficoltà(o una delle più) in un gioco del genere. Nel tempo sono usciti cloni, derivazioni e quant'altro, a volte anche superiori all'originale ma nessuno riesce ad intaccare il livello di sforzo richiesto per giocare questo titolo.
BUBBLE BOBBLE(1986, Taito)
Questo è talmente famoso che non mi spreco nemmeno a descriverlo. Forse questo è il "videogioco definitivo": mai visto in vita mia un gioco che abbia generato un tale di livello di empatia fra le persone. Non importa chi eri o da dove fossi saltato fuori, chiunque era disposto a fare un doppio con te e viceversa. Mentirei se dicessi Bubble Bobble non mi ha fatto conoscere persone che non avrei avuto modo di incontrare in altro modo. Chissà se al giorno d'oggi esiste qualcosa(non necessariamente un videogioco) che produce lo stesso effetto.
SUPER SPRINT / CHAMPIONSHIP SPRINT(1986, Atari)
Per una qualche ragione i giochi di corsa sono sempre apprezzati un pò da tutti anche da chi delle corse gliene frega poco. Super Sprint vede quattro auto da corsa sfidarsi in vari circuiti. Particolare era il sistema di upgrade che consisteva nel raccogliere delle chiavi inglesi per poi utilizzare fra una gara e l'altra per migliorare il proprio mezzo. I comandi era composti da un volante e un pedale del gas(niente freno che qua mica siamo delle fighette come in Formula1). Il gioco ebbe talmente tanto successo nel mondo che lo stesso anno ne arrivò una versione aggiornata: Championship Sprint. Più piste e poco altro, divertimento intatto.
CHILLER(1986, Exidy)
Ci fosse stato il Moige nell'86(invece nascerà "solo" nei tardi anni 90) probabile che avrebbe dato fuoco a tutte le sala giochi d'Italia. Se Ghost 'n Goblins è un horror cartoonesco qui di cartoonesco c'è molto poco. Dotati della propria pistola si deve sparare allo schermo per colpire vari parti dello scenario. Si, ma il gioco cosa ha di così horror? L'ambientazione per cominciare sangue che piove come neanche in Raining Blood degli Slayer, mostri, mutilazioni, torture e chi più ne ha ne mette. Io ne sono un orgoglioso giocatore del cabinato(che non ebbe troppo successo). Nota di costume: al tempo di "quel solito" bar gli adulti non si fecero troppi problemi con un videogioco di tale violenza non ritenendolo così deviante per le menti di infanti e ragazzini. Capito Moige? Capito moderni genitori coglioni che non fate giocare i vostri figli a GTA?
OUTRUN(1986, Sega)
Prendi una Ferrari Testarossa di colore rosso, un generic truzzo che guida, una tipa bionda di fianco e una radio che passa tre pezzi uno meglio dell'altro. Hai già vinto. Se poi ci metti un viaggio in giro per il mondo in cui poter scegliere la strada seguendo bivi a proprio piacimento, uno dei migliori arcade di sempre è servito su un piatto d'argento. Impossibile, per me, definire un ricordo legato a questo gioco visto che similmente ad altri classici me lo sono ritrovato un pò ovunque durante la mia peregrinazione nel corso degli anni di sala giochi e bar.
RAMPAGE(1986, Bally Midway)
Vi piace King Kong? E Godzilla? E un lupo mannaro gigante vi potrebbe piacere? Se la risposta è si allora avrete di sicuro giocato a Rampage, vg che vi mette nei panni di uno di questi tre energumeni con lo scopo di distruggere le varie città che visiterete. Il piacere della devastazione. I doppi o tripli erano d'obbligo. Giocarci da solo era da sfigati. Ah, il mio preferito era il lupo mannaro. D'altronde se a Fifa13 il mio giocatore si chiama Wolf ci sarà pure un motivo.
ROLLING THUNDER(1986, Namco)
Un agente segreto in un platform che combatte dei seguaci del Ku Klux Klan(e per fortuna che il protagonista è bianco se no sai le mazzate). Il gioco prevedeva di poter entrare in delle porte per poter trovare armi più potenti della pistola d'ordinanza che comunque faceva il male necessario(ma che cacchio vuol dire?). Interessante notare che nei livelli avanzati si potevano trovare porte anche dove normalmente non ci sarebbero.
VS. SUPER MARIO(1986, Nintendo)
Super Mario, i funghi che fanno diventare più alto, i fiori che fanno sparare palle di fuoco e stelle sbriluccicose che dannò l'invulnerabilità. Funghi animati, piante carnivore, bestie di vario genere e ambientazioni una più allucinata dell'altra.
Certo che negli anni 80 i programmatori ci andavano giù di peso con l'uso delle droghe.
Pare che il titolo di lavorazione del gioco fosse: How a Drug addicted see the World. Fu scartato perchè troppo didascalico.
"Ah, ah che simpatico cazzone che sei a fare le battute sulle droghe nei videogiochi". Si, battute. Avete mai giocato a Dr.Mario?(QUI)
WONDER BOY(1986, Escape su licenza Sega)
Altro classico. Platform con un ragazzino cavernicolo che lancia delle mazze di pietra deve attraversare svariati livelli i cui temi si ripetono(bosco, montagna, isole, caverne, ecc.) evitando o seccando nemici di varia natura e boss alti il doppio del protagonista. Tra i vari aiuti che si possono trovare in giro c'è uno skateboard o una fatina che rendeva invincibili, tra i malus un piccola morte(no, non quella anche se più o meno l'effetto è lo stesso) che fa calare progressivamente l'energia del nostro ragazzo meraviglia(che non è Robin).
Come detto in precedenza la sfida del "chi arriva più lontano" o quella del "chi fa più punti" giunse ad un tale livello parossistico(ripeto la parola perchè mi piace) che in "quel solito bar" arrivammo a incidere il cabinato per lasciare un segno dei nostri successi. Quando il barista se ne accorse per poco non ci tirò qualche schiaffone. Fu lì che scoprimmo che svariati anni prima qualcuno aveva inventato inchiostro e carta.
Fine della seconda parte. Coming soon nella terza parte: Street Fighter, Double Dragon e altri videogiochi dell'epoca.
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