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sabato 20 luglio 2013

LE MIE DUECENTO LIRE RISUCCHIATE DA UNA FESSURA (PARTE 1: 1980-1983)


Là, in quei memorabili(ma anche no, pero magari un pò si) anni 80 si è consumata la parte più romantica del mio rapporto con i videogiochi. Quella vissuta con i cabinati presenti in sale giochi e bar riempiti di camionate di duecento lire. 
Il Commodore 64 e il Sega Master System non erano minimamente all'altezza degli hardware dei cosiddetti arcade(il NES forse era un pelo più avanti della concorrenza) e per vedere home system vagamente all'altezza si dovranno aspettare gli anni 90 con Amiga, Mega Drive e Super Nintendo. Cioè per vedere home system all'altezza degli arcade degli anni 80.

Questa serie di post(il parte 1 del titolo non sta lì per caso) parla di quei tempi che ho vissuto e dei videogiochi che più mi sono rimasti impressi per tutta una serie di motivazioni sia tecniche che sentimentali. In definitiva non è un post sui migliori giochi degli anni 80(anche se vari di quelli che citerò sono veri e propri classici) ma un viaggio nella memoria.

Se vi siete già rotti i maroni, allora dirigetevi QUI e fatevi due risate, altrimenti...pronti...si parte.



CENTIPEDE(1980, Atari)
Il gioco è semplice. Voi comandate un specie di astronave(o quello che è) che sta a fondo schermo e dovete abbattere un centipede che se colpito si divide in più parti. All'inizio siete ostacolati solo dai funghi sparsi per lo schermo ma con l'avanzare dei livelli arrivano ragni e altri insetti a rompere le scatole. Lo ricordo perchè mi ha sempre fatto cagare ma a guardare gli altri che imprecavano durante una partita mi divertivo molto.


PAC-MAN(1980, Midway)
Chiunque ha giocato a una qualsiasi versione di un qualsiasi sistema.
All'epoca(non il 1980 che avevo appena due anni) non lo apprezzavo ma il tempo è stato galantuomo e adesso sul pc ne ho installate sei o sette versioni derivate.
TRIVIA: in giappolandia si chiama Puck-Man che in inglese sarebbe Uomo-Vomito


CRUSH ROLLER(1981, Alpha Denshi Co.)
Il protagonista è un pennello che deve colorare un labirinto. Il compito gli viene reso difficile da topi, uccelli e fuoristrada che sporcano dove siete già passati. In più un gatto che non ha niente di meglio da fare cercherà di mangiarvi.
Questo gioco ebbe il merito di generare, nel bar che frequentavo, una sorta di empatia per cui chi stava a guardare "soffriva" assieme al giocatore e ad ogni perdita di vita si sollevava un "NOOOOOO". Lanci di petardi e Moet & Chandon stappati ad ogni livello completato.


DONKEY KONG(1981, Nintendo)
Un classico al pari di Pac-Man. Frustrante al pari di Pac-Man. Per riuscire a vedere la fine(si fa per dire visto che una volta terminati tutti i livelli ricomincia da capo) ho dovuto attendere di giocarci sul GameBoy.
Qui la sfida, dato che nessuno riusciva a passare il primo livello(una cricca di gente scarsa), era mettersi a saltare i barili lanciati dallo scimmione. Vinceva(la gloria chiaramente mica dei soldi) chi ne saltava di più con una sola vita. Tipo che la prima vita la si buttava per fare sto giochino poi si provava a superare il livello.



GALAGA (1981, Namco)
Un'evoluzione di Space Invaders ma con i nemici che oltre a sparare scendevano verso la navicella a fondo schermo e potevano pure rapirti con la possibilità di liberare la nave usando la vita successiva e avere due astronavi attaccate e il doppio sparo(VIULENZA!).
Più o meno questo gioco generava gli stessi sentimenti di Crush Roller ma anche un buon numero di cagacazzi che ti dicevano come dovevi giocare.


BAGMAN (1982, Valdon Automation)
Nel bar che frequentavo era noto come il gioco di Lupin. Dentro una miniera, un galeotto cerca la libertà e anche di arraffare dei sacchi di soldi inseguito da secondini parecchio incazzosi.
Un gioco che appassionò anche alcuni adulti e che quando fù tolto generò tanta delusione.


BURGER TIME (1982, Data East)
L'idea era piuttosto semplice. Un cuoco doveva creare dei panini farciti camminando sopra ai vari ingredienti(credo sia lo stesso metodo usato al McDonald) e facendoli cadere verso i piatti a fondo schermo.
Il gioco era un must, sempre in quel bar, per via dei nemici veramente surreali: salsicciotti, uova e sottaceti braccia e gambe muniti.


DIG DUG (1982, Namco)
Un tizio doveva scavare nel terreno e recuperare dei tesori evitando di farsi seccare o bruciare dai mostri presenti nel terreno(ma scegliere un altro posto oppure usare una trivella, no?). L'unica arma del protagonista è una pompa con cui gonfiare e fare esplodere i mostrilli.
Voglio dire, gonfiare e fare esplodere i nemici? Sto gioco era ed è tutt'ora geniale.


MOON PATROL (1982, Irem)
Un mezzo lunare che deve affrontare un tracciato pieno di rocce, buche, mine e alieni che arrivano sia dal cielo che da terra.
Nella sua semplicità era un gioco parecchio difficile ma quando lo finì(se non ricordo male fui il secondo del bar) provai una soddisfazione pressoché infinita. Per dire, negli ultimi anni l'unico gioco che mi ha dato una sensazione vagamente simile è stato Fez(completato al 100% al terzo giro, ma questa è un'altra storia).


POPEYE (1982, Nintendo)
Ero una pippa a questo gioco e lo sono tuttora. Nemmeno sul MAME, nemmeno coi trucchi.
Che poi recuperare quei cazzi di cuori per quella zoccola di Olivia chi glielo faceva fare a Braccio di Ferro? Non era meglio andare a farsi un panino(o giocare a Burger Time) con Poldo.
C'è da dire che al solito bar c'era anche chi arrivava al secondo livello(un palazzo) e addirittura chi raggiungeva il terzo(una nave).


TIME PILOT (1982, Konami)
Questo non lo giocavo al solito bar ma in una sala giochi in cui non ho mai fatto un secondo di fila per questo gioco. Mi sa che piaceva solo a me.
Invece era fighissimo. Un sacco di nemici da tirare giù e un mega boss alla fine di ogni livello che era ambientato in varie epoche con relativi nemici che cambiavano a seconda dell'anno rappresentato.


ZOO KEEPER (1982, Taito)
In pratica bisognava costruire un muro attorno a vari animali. Se le suddette bestie uscivano iniziavano a inseguirti per farti la pelle(come biasimarli).
Questo gioco generò una sfida fra me e uno degli adulti che videogicavano(al solito bar, of course) del tipo che ci informavamo l'un l'altro quando uno dei due faceva un record o scopriva qualcosa di nuovo sul gameplay.


ELEVATOR ACTION (1983, Taito)
Noto come il gioco di James Bond(eh, in quel bar si guardava un sacco di tv) vede un agente segreto col compito di infiltrarsi in vari palazzi passando dal tetto al fine di rubare dei documenti per poi scappare dal piano terra. Il tutto evitando gli agenti avversari.
Fu fatto un seguito nel 1994 che non mi cagai. Grosso errore perchè è uno dei pochi(?) seguiti migliore dell'originale.


GYRUSS (1983, Konami)
Un astronave in uno spazio finto 3D che deve distruggere orde di navi nemiche al fine di raggiungere i vari pianeti del sistema solare(c'è anche il sole che non è un pianeta) mentre nel suo ipod ha caricato la Toccata e Fuga in Re Minore di Bach.
Quando qualcuno arrivava al pianeta terra gli si facevano i complimenti come se fosse tornato a casa da una missione dallo spazio(in questo momento mi sembra di essere dentro Bar Sport di Stefano Benni).


POLE POSITION II (1983, Namco)
In quegli anni di Prost, Senna, Piquè e gli altri un gioco di Formula 1 era una manna dal cielo. Oltretutto erano rappresentati quattro circuiti reali e il cabinato composto da volante, pedaliera(freno e gas) e cambio a due velocità era da bava alla bocca.
Sul MAME ce lo si scorda di poter giocare decentemente a questo gioco.


TRACK & FIELD (1983, Konami)
Chiunque l'abbia giocato ha dovuto farsi amputare una mano e farsene impiantare una nuova(guarda caso L'Impero Colpisce Ancora è del 1980) in quanto per far correre gli atleti bisognava smanettare a destra e sinistra il più veloce possibli. Il gioco delle olimpiadi, anche se presentava solo discipline dell'atletica leggera, è stato uno dei mezzi più distruggi-mano a memoria d'uomo. E ne hanno fanno pure due seguiti. E anche mille mila cloni.



Uff...fine prima parte.

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