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lunedì 2 settembre 2019

INOCULAZIONE DELLA PAURA (Dura 79 minuti ma sembrano 79 minuti e 13 anni)


Questo disco, questo disco mi trattiene
lo sento eternamente
tutto questo dolore è un'illusione

Ci siamo. A distanza di 4868 giorni da 10000giorni è uscito Fear Inocolum: il nuovo atteso disco del quartetto losangelino (quanto fa recensore esperto arzigogolare le frasi per farle sembrare cool?) meglio noto come Tool.
Saranno riusciti i nostri a non perdere lo smalto di tredici anni fa? Ma soprattutto: qualcuno si ricorda dei Tool? (ma si, certo che ci ricordiamo dei Tool)



RECENSIONE SUPERSINTETICA (per chi non ha tempo e/o voglia)

Tracce da 1 a 5:
SANTANUMENERA CHE ROTTUTA DI COGLIONI!!!

Traccia 6: 
oh, interessante, non mi piace, ma è più interessante da ascoltare rispetto ai cinquantotto minuti precedenti

Traccia 7:
dai, adesso si, ora ci siamo



QUESTO DISCO VA ASCOLTATO CON ATTENZIONE

Bastano quattro ascolti o è ancora "troppo presto" per esprimere un'opinione su questo disco? Perchè sta cosa che Fear Inoculum va ascoltato millemilavolte per essere capito mi fa un pò ridere. A meno di non aver un grosso ritardo mentale, chiunque al secondo, massimo terzo ascolto si fa un'idea se un disco (un qualsiasi disco) gli piace o meno.

Partiamo dicendo che sono i Tool, i suoni sono quelli: la chitarra suona come tredici anni fa, il basso ha i suoni che aveva allora, la batteria suona Tool e la voce...beh la voce...in 7empest e forse verso la fine di Culling Voices è quella.
Tecnicamente non si può dire nulla, si sa che è gente scafata che suona da trent'anni se non di più e pure gli arrangiamenti non sono completamente da buttare eppure c'è qualcosa che non mi quadra.

Per quel che mi riguarda i primi cinque pezzi sono inutilmente lunghi, non tanto per la lunghezza in sé (l'unica canzone che mi piace di FI è 7empest che di minuti ne dura quasi 16) ma per l'impressione che siano dilatati per essere appositamente così lunghi come se ci fosse un'idea o un concetto dietro (magari, come dicono gli inglesi sto solo facendo overthinking ma con i Tool non si mai). A questo si aggiunge che il tutto sembra suonato in maniera svogliata, tanto per fare. E se da un lato posso pensare che questo tipo di suono sia voluto (in fase di esecuzione o di missaggio), dall'altro mi rendo conto che è un approccio che non mi piace.
La voce mi sembra distante e poco amalgamata come se fosse un'aggiunta, come se c'entrasse poco. Qui mi sorge il primo dubbio: la voce di Keenan sta andando forse a farsi  benedire? No, perchè c'è l'ultima traccia a fugare questo mio dubbio, quindi è un approccio voluto anche questo?

Dopo cinquantotto minuti (invero 57.59) in cui volevo abbastanza spararmi arriva Chocolate Chip Trip che parte con un tappeto elettronico di synth per poi sentire arrivare l'assolo di batteria. Poco più che un riempitivo ma almeno mi ha risvegliato dal torpore (nonchè lo stacco che ho atteso spasmodicamente negli ascolti successivi al primo).

Chiude 7empest (che da un punto di vista semiologico fa molto file archiviato su un sito di hosting con i numeri al posto delle lettere per non farsi sgamare e cancellare il file) che è quello che promette: oltre quindici di minuti di assalto sonoro con la voce che sembra proprio quella che ricordavo. Tutto suona come i Tool di tredici anni fa.

E qui mi sorge un altro dubbio: se mi piace una canzone che suona come tredici anni fa, sono forse io incapace di accettare che un artista possa cambiare (evolvendosi o anche involvendosi) prendendo direzioni diverse?
Si, può essere...ma comunque sto disco mi ha rotto le palle per tutti i tre ascolti (a parte 7empest, quella me la sono goduta tutte le volte).
E si, ho scritto quattro ascolti: ci arriviamo subito.



EXPERIMENTAL TOOL, TRASH & NO-STAR

Alcuni pensieri sparsi:
-era necessario un disco dopo tredici anni? A leggere le recensioni con lodi sperticate pare proprio di si.
-e parlando di recensioni, ma non è che chi gli ha rifilato 10 o 5/5 si basa sulla sola 7empest (perchè se è cosi ti piace vincere facile).
-ho letto che Fear Inocolum è il disco della vita o che è già il disco dell'anno. I gusti sono gusti, ma se questo è il disco dell'anno, beh, la musica mondiale nel 2019 ha un grosso problema.
-il quarto ascolto nasce da l'ennesimo dubbio: e se i Tool avessero effettivamente rallentato i pezzi per un loro idea? Ascoltatevi, come ho fatto io, le prime cinque tracce velocizzate a 1,5x e datevi una risposta (quanto Marzullo sta frase?)



Ed eccoci giunti alla fine, ho detto la mia su Fear Inoculum e adesso il blog torna in decomposizione.
Nel frattempo commentate numerosi con insulti vari e assortiti: non vorrete mica che i fan di Annalisa siano più incazzosi di quelli dei Tool?

2 commenti:

  1. Sei proprio un haters, giudichi senza capire un cazzo di musica Perché sei pagato dalle lobby filobeatlesiane pop... torna ad ascoltare i beach boys e non tediarci con le tue recensioni filomusicologiche... buu buu buu...

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  2. Nn sn ki pensi ke sia... nn scprirai mai la mia idntta... ha ha ha...

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