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mercoledì 30 ottobre 2013

FLASHBACK 21 ANNI DOPO: NESSUN DEJA VU ALL'ORIZZONTE

Nel 1992 dalla patria dei "mangiaformaggio a tradimento" arrivò un gioco che presto sarebbe diventato una pietra miliare. Sto parlando di Flashback, platform che mischia azione e puzzle. La meccanica è semplice e immediata, nondimeno il gioco ha una notevole profondità grazie al design complesso ma non cervellotico dei livelli e ai rompicapo proposti mai troppo semplici, mai troppo complessi. Senza dimenticare le fasi in cui dovrete mettere mano alla vostra pistola per seccare i vari avversari che richiedono anche una certa strategia(scordatevi di affrontare i nemici come un Bruce Willis qualsiasi).
Vent'anni dopo la Ubisoft affida ai ragazzi di VectoCell il remake del capolavoro realizzato da quei mangiafromage della Delphine Software.
Come è andata?


Per certi versi bene, per altri mica tanto.
La prima cosa che si nota è il passaggio al 3D. O meglio, lo schema di gioco è ancora quello più o meno, quindi il protagonista si muove solo lungo due dimensioni ma tutti gli elementi sono tridimensionali.
Comparazione tra la versione originale(a sinistra) e il remake(a destra)
A proposito di questo si può di certo lodare il lavoro fatto sul comparto grafico più ricco di dettagli ma forse meno ispirato dell'originale(tenete conto che sono un vecchio nostalgico).
Il passaggio alla terza dimensione(o in questo caso al 2.5D) ha però creato qualche problema. Quali? In qualche caso ho notato delle compenetrazioni dei poligoni, minor reattività dei comandi e un senso generale di legnosità nei movimenti(hai voglia a replicare le animazioni in rotoscope dell'originale).

Su questi problemi ci si può anche passare sopra(o sperare in qualche patch che risolva la situazione), ma quello che invece mi ha fatto storcere il naso è lo stravolgimento del gameplay.
Mi spiego meglio, in questo remake si deve ancora andare in giro, risolvere puzzle, sparare ai nemici e scoprire cosa è successo al protagonista che inizia l'avventura privo di memoria ma nell'originale con due tasti si poteva fare tutto: sparare, saltare, aggrapparsi e scendere dalle sporgenze, interagire con gli elementi delle scenario, parlare con la gente, gestire l'inventario.
Questa nuova incarnazione aumenta a dismisura i tasti da usare introducendo anche oggetti che nell'originale non ci sono(tipo gli inutili occhiali a infrarossi) e nonostante questo per sparare si deve usare il mouse. Risultato: la meccanica di gioco è più macchinosa.
E' ovvio che questa impostazione è console-oriented(su 360 e ps3 invece del mouse si usa la levetta analogica) e non vorremmo mica avere un joypad da da dieci tasti e usarne solo due, massimo tre?
Un'altra cosa che mi ha infastidito è la riduzione del campo visivo. Questo di fatto cambia l'approccio al gioco
Tirando le somme: gioco bocciato. In tema di remake molto meglio quello di Duck Tales e anche quello di In Utero.
Suppongo comunque che chi non abbia mai avuto a che fare con l'originale potrebbe rimanere intrigato a patto di fare subito pace coi comandi.
Incluso nel gioco si trova anche la versione originale del gioco per cui potrebbe valere la pena di spendere questi dieci euro.
Ma anche no, considerando l'esistenza di emulatori per tutti i sistemi in cui è stato convertito il gioco(Amiga, Acorn Archimedes, Mega Drive/Genesis, MS-DOS, NEC PC-9801, SNES, Mega-CD, FM Towns, 3DO, CD-i, Atari Jaguar, Mac OS) e tenendo conto del progetto REminiscence che permette di giocare al titolo originale su Wii, 360, Android, IOS, Saturn, PS2, PSP.

Vi lascio con un bel filmato della classica versione del 1992.

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